Progetto tecnico-sanitario
Dal modo in cui si cammina alle posizioni che acquisiamo quando siamo al computer o in poltrona o, più semplicemente, quando siamo seduti alla scrivania. Si è sviluppata solo negli ultimi anni la posturologia, ma la scienza che indaga sulle correlazioni tra le diverse posizioni assunte dal corpo si sta rivelando fondamentale.
Per prevenire molte patologie che sono conseguenza di una postura scorretta e, anche, per correggere sintomi clinici che si sono già manifestati, gli specialisti di questa disciplina inividuano i meccanismi responsabili di un banale mal di schiena o di un´insospettabile patologia venosa alle gambe.
Bisogna verificare la presenza di strabismo o ambliopia che, alterando la statica del rachide cervicale, determinano a loro volta uno scompenso generale della colonna che poi si ripercuoterà sugli arti inferiori. Il disordine posturale, è una concausa del bilanciamento scorretto delle masse muscolari che, nel tempo, può provocare un imbrigliamento delle vene, dei linfatici e di tutte le strutture anatomiche che attraversano i cosiddetti “forami di congiunzione”. Per ridurre le conseguenze dell´insufficienza venosa cronica si deve agire migliorando la funzione delle valvole e, contemporaneamente, l´attività delle pompe muscolari. E questo si ottiene anche grazie ad esercizi mirati di riabilitazione posturale.E’ dunque necessario correggere i vizi di posizioni sbagliate.
- Il primo indicatore è rappresentato dal dolore, dal bruciore o da formicolii che possono interessare le aree cervico-toraciche con riflessi a braccia, avambracci e mani. In questi casi è necessaria un´attenta valutazione funzionale per scoprire se alla base dei sintomi ci sono limiti meccanici causati da una articolazione bloccata. Un esempio classico di posizione scorretta è quello del lieve atteggiamento del capo flesso più da una parte che dall´altra: una minima rotazione può interferire sulla qualità e sulla quantità dei movimenti del collo. A diagnosi confermata, si passa al trattamento: La terapia manuale consiste in piccole sollecitazioni neuroarticolari che mirano a liberare le zone sottoposte a compressione.
- Ma l´intervento tecnico oltre a restituire la funzionalità muscoloarticolare non può prescindere dalla rieducazione posturale del paziente. In questa seconda fase, sono previsti esercizi di riequilibrio per evitare la stabilizzazione di atteggiamenti posturali.
Una giornata che parte male e rischia di finire peggio. È quella che al risveglio inizia con un diffuso mal di schiena, un dolore che coinvolge molte vertebre (cervicali e lombari) tanto da creare difficoltà anche ad alzarsi dal letto. Mettersi in piedi ed estendere la colonna, abbattendo la rigidità da posizione, diventa una scommessa che non sempre si riesce a vincere.
Nei casi più fortunati e nelle sindromi iniziali, i sintomi diminuiscono dopo i primi dieci minuti fino a scomparire nel corso della mattinata: basta eseguire una serie di movimenti, ripetuti più volte, per sciogliere le articolazioni in tilt. Una strada seguita da molti per vincere i dolori e per recuperare la funzione, è quella degli antinfiammatori e degli antidolorifici, dimenticando che non rappresentano una cura, ma solo il trattamento momentaneo della sintomatologia. Vuol dire che, pur rivelandosi efficaci al momento, non garantiscono il benessere successivo.
È una patologia che non conosce età ecco perché il generico mal di schiena spesso non risponde alle terapie finché non sia stata formulata una diagnosi cui si arriva attraverso tappe successive. Il trattamento da programmare è infatti in stretta relazione con i fattori scatenanti che possono essere tanti: vertebrali ed extravertebrali.
Il cosiddetto dolore riferito, ad esempio, è una manifestazione attribuibile ad altri organi, ma localizzato alla schiena. Le patologie vertebrali possono essere conseguenza di discopatie o di malattie articolari della parte posteriore della colonna.
Katia Giuliani
Osteopata – Fisioterapista
Terapie e tecniche del benessere
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